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Le nuove stelle del firmamento Michelin

Il Novembre 7, 2019Novembre 7, 2019
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Si è svolta mercoledì 6 novembre al Teatro di Piacenza la presentazione della Guida Michelin 2020 che, anche quest’anno, tra new entry, conferme e “declassamenti”, non è stata certo avara di sorprese e polemiche.

La kermesse, attesa come una sorta di “notte degli oscar” della gastronomia, ha infatti suscitato non poche reazioni, sia da parte dei premiati che dei declassati.

Enrico Bartolini è la star indiscussa di questa edizione

Protagonista indiscusso dell’evento è, senza dubbio, lo chef toscano, classe 1979, Enrico Bartolini che fa incetta di riconoscimenti. Sono ben otto, infatti, le stelle totali che porta a casa con i suoi locali: sale a tre il ristorante del Museo Mudec a Milano, due quelle assegnate al Glam by Enrico Bartolini a Venezia e una stella rispettivamente per il Casual Ristorante di Bergamo Città Alta, La Trattoria Enrico Bartolini all’Andana Resort di Castiglione della Pescaia (GR) e la Locanda del Sant’Uffizio, Relais del Sant’Uffizio, Cioccaro di Penango (AT).

Un successo clamoroso per il nuovo guru della gastronomia nostrana, frutto di fatica e sacrificio, come dichiarato dallo stesso Bartolini, che ci ha tenuto a ringraziare tutto il suo team, oltre che i suoi ospiti e, ovviamente, la guida Michelin: <<Mi sento come se avessi vinto un oro olimpico – afferma Enrico – un risultato così non si pianifica, si ambisce da sempre, ma non ce lo si aspetta mai… e come nello sport ai massimi livelli ci si deve allenare ogni giorno, senza mai perdere di vista la visione generale, nel rispetto di una filosofia e di un’etica ben precise>>.

Salgono, così, a 11 i locali top in Italia e il ristorante del Museo Mudec va ad aggiungersi ai “tristellati” Dal Pescatore Santini di Canneto sull’Oglio, Enoteca Pinchiorri di Firenze, Le Calandre di Rubano, Uliassi di Senigallia, Osteria Francescana di Modena, La Pergola di Roma, Piazza Duomo ad Alba, Il Rosa Alpina di San Cassiano, Da Vittorio a Brusaporto e al Reale di Castel di Sangro.

Non solo stelle, gli altri riconoscimenti

La 65esima edizione della celeberrima Guida annovera in tutto 374 locali stellati nel nostro Bel Paese (11 tre stelle, 35 due stelle, 328 una stella) ma, oltre alle stelle, nel corso della presentazione sono stati tanti altri i premi assegnati:

  • Premio “Passion for wine” – Rino Billia, Le Petit Restaurant di Cogne;
  • Premio “Servizio di Sala” – Sara Orlando, Locanda di Orta a Orta San Giulio;
  • Premio “Chef Mentor” – Gennaro Esposito, La Torre del Saracino di Vico Equense;
  • Premio “Giovane Chef” – Davide Puleio, L’Alchimia di Milano (autore anche del “piatto dell’anno”, il merluzzo al vapore);
  • Premio “Chef Donna” – Martina Caruso, Signum a Salina Eolie.

I declassati dalla guida 2020

Tanti i premiati ma, accanto a questi, anche diversi delusi. Sono, infatti, ben tredici i locali che si vedono privati dell’unica stella che avevano:

  • I due buoi di Alessandria (AL);
  • San Marco di Canelli (AT);
  • Pomiroeu di Seregno (MI);
  • La locanda del notaio di Pellio Intelvi (CO);
  • Locanda stella d’oro di Soragna (PR);
  • Poggio Rosso di Castelnuovo Berardenga (SI);
  • WINTER GARDEN by CAINO di Firenze (FI);
  • Relais blu di Massa Lubrense (NA);
  • Mosaico di Ischia (NA);
  • Vairo del volturno di Vairano Patenora (CE);
  • Caffè les paillotes di Pescara (PE);
  • La sponda di Positano (SA);
  • Alpes di Sarentino (BZ).

Al gruppo degli scontenti si aggiungono una serie di locali che subiscono un declassamento da due a una stella:

  • Casa Vissani a Baschi (TR);
  • Al Sorriso a Soriso (NO);
  • Locanda don Serafino a Ragusa (RG);
  • Locanda Margon a Ravina (TN) – in questo caso frutto del recente cambio di chef.

La polemica

A far più discutere, considerata la straordinaria popolarità dello chef, è stata senza dubbio la retrocessione da due ad una stella del Ristorante Vissani. Il cuoco umbro non l’ha presa certo bene e la durissima replica dello chef dal carattere “fumantino” non si è fatta attendere: <<La Michelin è una vergogna italiana – ha tuonato – un discorso solo commerciale. È una guida di compromessi, loro questa operazione la fanno per pubblicità. La guida non è fatta per gli italiani ma solo per gli stranieri!>>.

Dichiarazioni forti, probabilmente frutto della delusione ma come sottolineato dall’ex direttore della Guida Michelin Italia Roberto Restelli, la Guida non nasce con lo scopo di dispensare premi e riconoscimenti: <<Mi dispiace sinceramente per chi ha perso le stelle ma la guida non nasce per essere celebrativa, deve essere appunto una fotografia della ristorazione, quindi ha anche la forza di fare scelte impopolari>>.

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